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Terapia organismica

Il contatto diretto, approccio risanatore

Per ridare unità e armonia agli esseri umani

Malcolm e Katherine Brown

L’organismica è una forma di terapia, messa a punto dallo psicoterapeuta americano Malcolm Brown e dalla moglie Katherine Ennis (nella foto), che si propone di ricostruire l’originaria unità funzionale ed energetica dell’essere umano.

Secondo la teoria di Brown, ispirata in particolare agli studi del neuropsichiatra Kurt Goldstein (1878-1965), che affermava l’esigenza di un approccio unitario al problema mente-corpo sottolineando che l’organismo si comporta come un insieme e mai come una serie di parti differenziate, e alla psicologia umanista di Abraham Maslow e Carl Rogers, lo stato di salute psichica coincide con il regolare, continuo e armonico distribuirsi della consapevolezza energetica attraverso tutto il corpo, in parallelo con un mutevole ma equilibrato fluire di pensieri, sensazioni ed emozioni. La motivazione principale degli esseri umani è l’attualizzazione o autorealizzazione, che esprime la tendenza a realizzare pienamente le proprie potenzialità. Vengono così enfatizzate le possibilità di sviluppo insite nell’organismo: quando esse incontrano un ambiente adatto produrranno un individuo sano e in armonia con l’ambiente.

Lo stato di salute e di armoniosa unità dell’individuo può però essere stato alterato da eventi diversi, più o meno traumatici, della sua esistenza, precedenti e seguenti la nascita; da un punto di vista energetico tale alterazione si evidenzia come una scissione fra le funzioni cerebrali e quelle viscerali (non più in sinergia ma antagoniste), e come una mancanza di comunicazione fluida e continua fra strutture viscerali profonde (endoderma), strutture osteomuscolari (mesoderma) e cutanee (ectoderma).

Tale scissione viene percepita, secondo i casi, con vissuti di inferiorità, colpa, angoscia, vergogna, insicurezza, dipendenza correlati a emozioni primarie di paura, tristezza, rabbia. La persona va dunque accompagnata dal terapeuta in un percorso di autoconoscenza e accettazione totale di sé, con un approccio rogersiano incentrato sul paziente, perché possa esprimersi con la sua storia, il suo linguaggio verbale e corporeo, le sue sensazioni, il suo essere unico e irripetibile, risvegliando la consapevolezza dei bisogni primari insoddisfatti – essere riconosciuti, nutriti, amati incondizionatamente – che sono stati rimossi fin da piccoli, ma che rimangono incarnati nell’organismo dell’adulto, che ancora soffre per la loro frustrazione.

Per Malcolm Brown ci sono quattro funzioni dinamiche dell’organismo o “bisogni spirituali più elevati” e il terapeuta è chiamato appunto ad aiutare la persona a svilupparli e armonizzarli: se non si soddisfano tutti in una sorta di continuo equilibrio non ci può essere felicità.
Essi sono: 1) Il bisogno di esplorare una comprensione e conoscenza più elevata che va oltre ciò che è già conosciuto, o Logos; 2) il bisogno di trovare il proprio impegno di lavoro a lungo termine, o Guerriero Spirituale; 3) il bisogno di dare e ricevere un amore appagante e duraturo dagli altri, o Eros; 4) e infine Hara, il bisogno di trovare e coltivare una maggiore armonia e pace interiore nel corpo e nella mente.

Questi quattro bisogni formano le basi dell’anima umana incarnata quando è giunta allo stadio avanzato di autorealizzare i propri bisogni spirituali più elevati. Vanno distinti, sottolinea Brown, dai bisogni primari di sopravvivenza dell’animale umano, e da quelli inconsci della prima infanzia che rendono gli uni dipendenti dagli altri, così come dai bisogni difensivi del funzionamento nevrotico che tengono le persone distanti sul piano emotivo. I bisogni da lui indicati definiscono il perseguimento di un’individuazione più elevata.

Uno dei contributi più innovativi dell’approccio organismico è costituito da quelli che Brown definisce come stili di contatto fisico fra terapeuta e paziente: il contatto nutritivo e il contatto catalitico. Il primo stile descrive un contatto corporeo che mira a indurre uno stato di rilassamento muscolare e a stimolare la consapevolezza del corpo e delle emozioni a esso associate. Il contatto catalitico, utilizzato anche dalle scuole neoreichiane e dalla Bioenergetica di Lowen, consiste invece in un lavoro che comprende delle pressioni su gruppi muscolari cronicamente tesi, finalizzato al dissolvimento della corazza carattero-muscolare.

Negli ultimi anni Brown ha sottolineato la valenza in particolare del contatto diretto nutritivo, più che di quello catalitico, per risvegliare le sensazioni profonde diventando coscienti, attraverso il tocco della mano del terapeuta, dei proprio blocchi energetici e comprendere e sentire se stessi dall’interno, in consapevole, si apure a volte doloroso, contatto col proprio sé fisico e psichico.