Il fascino del deserto
Il luogo del “non so” dove nulla è scontato
di Alessandra Callegari
Una delle espressioni della natura che amo di più è il deserto. Lo sento vivo, vitale, avvolgente, palpitante. Lo spazio amplifica il tempo, il tempo dilata lo spazio.
Ci si può permettere di lasciar andare tutto: il corpo si può espandere in un respiro più ampio, i sensi si acuiscono, la mente si calma.
Lo sguardo può planare sulle dune fino all’orizzonte, l’udito si affina per dare ascolto a suoni altrimenti impercettibili, il tatto si appaga del tocco lieve e pulito della sabbia. E’ il luogo del “non so”: dove nulla è scontato, dove certezze e aspettative, pregiudizi e proiezioni si perdono in un infinito nulla.
Nel deserto ho scoperto la vita nell’infinitamente piccolo, ho sentito il palpito degli esseri più semplici, e anche un filo d’erba mi è apparso immensamente prezioso. E di notte il cielo stellato, luminoso e splendente come in nessun altro luogo, mi ha trasmesso il senso dell’immensità dell’universo.
Il deserto è sempre diverso, luci e ombre lo fanno muovere, vibrare, giocare. E’ il simbolo stesso dell’esistenza: apparentemente sempre uguale a se stessa, in realtà in continua, perenne trasformazione.